Si ricorre a questa prova per la valutazione delle caratteristiche di deformabilità e resistenza delle murature di diversa natura (blocchi squadrati, pietra, mattoni etc.). Usualmente con un singolo martinetto si ricava lo stato tensionale esistente nella sezione di prova mentre con due martinetti si ricostruisce il legame carico-deformazione, il modulo elastico ed il carico di prima formazione delle fessure.
Lo stato tensionale in essere ricavato con la prova di martinetto singolo, confrontato con quello ultimo ricavato dalla prova con martinetto doppio o da altre prove di laboratorio consente di valutare il «grado di sfruttamento» della muratura. Prova di martinetto piatto singolo: per prima cosa si libera dall’intonaco una porzione di muratura delle dimensioni di circa 100 x 100 cm; si posizionano quindi sei mire di misura simmetriche rispetto alla sezione di taglio preventivamente individuata; si misura con un deformometro di precisione la distanza verticale esatta tra ciascuna coppia di mire; si procede al taglio con rototroncatrice asimmetrica ad anello diamantato; si inserisce il martinetto nella fessura praticata e si collega alla pompa idraulica dotata di manometri. Si incrementa quindi la pressione secondo step regolari di 1 bar attendendo sino alla stabilizzazione delle deformazioni prima di passare allo step successivo; quando le deformazioni sotto l’esercizio del martinetto si annullano ovvero le letture rilevate con il deformometro sono identiche a quelle presenti prima del taglio, si registra la pressione del martinetto. Prova di martinetto piatto doppio: allo scopo di determinare le caratteristiche di deformazione della muratura si pratica un secondo taglio parallelo al primo, ad una distanza solitamente inferiore ai 50 cm, e vi si introduce un secondo martinetto piatto, identico al primo; si isola allora parzialmente un concio di muratura in condizione di compressione monoassiale. Con le dovute cautele si procede quindi, attraverso cicli di carico scarico al progressivo incremento della pressione nei martinetti, sino al raggiungimento del limite di rottura del concio (detto anche limite di prima fessurazione); si costruisce cioè la curva carico-deformazione rappresentativa della muratura in quel punto.
Lo stato tensionale in essere ricavato con la prova di martinetto singolo, confrontato con quello ultimo ricavato dalla prova con martinetto doppio o da altre prove di laboratorio consente di valutare il «grado di sfruttamento» della muratura. Prova di martinetto piatto singolo: per prima cosa si libera dall’intonaco una porzione di muratura delle dimensioni di circa 100 x 100 cm; si posizionano quindi sei mire di misura simmetriche rispetto alla sezione di taglio preventivamente individuata; si misura con un deformometro di precisione la distanza verticale esatta tra ciascuna coppia di mire; si procede al taglio con rototroncatrice asimmetrica ad anello diamantato; si inserisce il martinetto nella fessura praticata e si collega alla pompa idraulica dotata di manometri. Si incrementa quindi la pressione secondo step regolari di 1 bar attendendo sino alla stabilizzazione delle deformazioni prima di passare allo step successivo; quando le deformazioni sotto l’esercizio del martinetto si annullano ovvero le letture rilevate con il deformometro sono identiche a quelle presenti prima del taglio, si registra la pressione del martinetto. Prova di martinetto piatto doppio: allo scopo di determinare le caratteristiche di deformazione della muratura si pratica un secondo taglio parallelo al primo, ad una distanza solitamente inferiore ai 50 cm, e vi si introduce un secondo martinetto piatto, identico al primo; si isola allora parzialmente un concio di muratura in condizione di compressione monoassiale. Con le dovute cautele si procede quindi, attraverso cicli di carico scarico al progressivo incremento della pressione nei martinetti, sino al raggiungimento del limite di rottura del concio (detto anche limite di prima fessurazione); si costruisce cioè la curva carico-deformazione rappresentativa della muratura in quel punto.